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Ius Soli e invasione africana, Roberto Fiore: ”Italia non sarà sempre un’isola cattocomunista e liberal”

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Con le recenti dichiarazioni sul rinvio a settembre dell’approvazione della legge sullo Ius Soli, il Governo Gentiloni si è mostrato in sempre maggiore difficoltà nel promuovere l’agenda liberal del Partito Democratico che si voleva imporre entro fine legislatura. Intanto, in Europa il fronte contrario all’immigrazione appare sempre più esteso e il Gruppo di Visegrad inizia ad apparire tra le voci prevalenti nel consesso europeo. In merito a queste recenti evoluzioni politiche, abbiamo intervistato Roberto Fiore, segretario nazionale di Forza Nuova e presidente del partito europeo Alliance for Peace and Freedom, da sempre favorevole al blocco totale dell’immigrazione e a un intervento italiano sulle coste libiche.

 

Lo Ius Soli sembra rimandato a settembre e in tanti lo danno per morto, qual è l’opinione di Forza Nuova?

Si tratta soltanto di una battaglia rimandata, ma è la battaglia fondamentale perché con lo Ius Soli, che sia definito “temperato” poco importa, si mettono in discussione la storia e il fondamento stesso dell’Italia.

Sono certo che il fronte già aperto costringerà sempre più a schierarsi chiaramente e spaccherà al loro interno, lo sta già facendo, tutti i partiti tradizionali e gli schieramenti, nessuno escluso, e gli stessi italiani: liberal, marxisti e cattocomunisti da una parte e patrioti e nazionalisti dall’altra, specie alla luce di quanto sta accadendo in Europa e nel mondo.

 

A quali avvenimenti si riferisce esattamente?

Penso alla Green Card (la residenza permanente negli Stati Uniti d’America ndr.) per il piccolo Charlie Gard e per la sua famiglia, approvata all’unanimità da una commissione del Congresso americano; è una novità assoluta perché il Congresso da Parlamento della morte – con le mille guerre U.S.A. e gli omicidi “legali” della C.I.A. – sta ora assumendo le sembianze di un’assemblea della vita.

C’è poi l’Europa di Visegrad che impone la nuova visione sull’invasione immigratoria che può e deve venir fuori da questa crisi: un’Europa depurata da ideologie mefitiche e autolesioniste che punti ad affermare se stessa e il proprio ruolo guida, risolutivo dei problemi a livello internazionale.

È significativo che i quattro leader della Mitteleuropa abbiano sulla questione immigratoria le stesse soluzioni che da tempo propone Forza Nuova: intervento militare in Libia e soluzione del problema in loco, e qui all’Italia spetta il ruolo principale (specificammo già tre anni fa che l’occupazione e il blocco di alcuni chilometri di costa in Nord Africa erano essenziali per fermare le partenze e, quindi, gli sbarchi), chiusura dei porti, pacificazione della stessa Libia, anche per garantire la sicurezza degli operai e delle imprese italiane ed europee.

L’Italia in mano a certi partiti e media mainstream – che Repubblica sia in forte calo di vendite è a questo proposito una notizia incoraggiante – è sempre più un’isola cattocomunista e liberal messa fuori gioco dall’Europa dei valori e dell’azione di cui, invece, deve essere Paese guida; ma ciò che accade in Europa finirà per contagiare positivamente anche l’Italia.

 

Qual è la situazione di Forza Nuova in questo momento?

Stiamo vivendo, nonostante la stagione estiva, uno slancio mai visto sul territorio e, proprio in piena estate, apriremo tre sedi nei prossimi giorni a Lodi, La Spezia e in provincia di Caserta. Si avvicinano a noi, inoltre, varie realtà patriottiche e molti italiani, tantissimi i padri e le madri di famiglia, che hanno scelto Forza Nuova come strumento indispensabile per salvare la Patria, è una scelta che ci inorgoglisce e che non deluderemo.


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